In un mondo digitale dove la competizione tra i colossi tecnologici è sempre più accesa il recente successo del modelli AI di linguaggio conversazionale ChatGPT di Openai ha risvegliato l’interesse di Microsoft (secondo molti già coinvolta in tempi non sospetti) e messo in allerta Google.
La risposta dell’azienda è stata rapida ed è giunta sotto forma di Google Bard, la nuova intelligenza artificiale… che promette bene, ma sarà rose e fiori… anche per i professionisti del posizionamento organico?
Cos’è Google Bard
Google Bard è un chatbot che Google sta sviluppando in risposta alla “minaccia” generata da ChatGPTdi OpenAI.
Utilizzerà una versione semplificata di LaMDA, una tecnologia di Google AI e DeepMind per fornire risposte sempre aggiornate e basate sul web.
Bard è stato annunciato come uno strumento per aiutare le persone a sviluppare la loro conoscenza e creatività (un anello per ghermirli…).
In questa fase iniziale Bard sarà disponibile solo per un piccolo gruppo di tester scelti da Google, raffreddate le tastiere.
I professionisti SEO dovrebbero aver paura di questa nuova AI Google?
SI
4 scenari avversi per i consulenti SEO
(Ogni riferimento a fatti, film, persone, rob, cos’, frat’ è puramente cauale)
Ecco 4 possibili scenari ordinati dal meno al più probabile per venire incontro ai deboli di cuore che possono smettere di leggere se non se la sentono.
Remota: google comincerà a rispondere con risultati zero generati dalla sua AI penalizzando i siti posizionati. Fare SEO potrebbe diventare un incubo.
Remota: Google Bard potrebbe diventare efficiente al punto da generare contenuti di altissima qualità entrando in competizione diretta con i contenuti sviluppati dai professionisti SEO. Questo costringerebbe i professionisti SEO a adattarsi e trovare nuove strategie per differenziare il loro lavoro da quello della AI.
Meno probabile: Google Bard potrebbe produrre contenuti troppo simili a contenuti già esistenti su Internet, il che potrebbe causare problemi di duplicazione di contenuti e penalizzazioni da parte di Google.
Molto Probabile: pensateci, Google potrebbe fare un “matching” tra il contenuto generato dalla sua AI, Google BARD, e i contenuti posizionati… 1+1 e il gioco è fatto.
Google potrebbe facilmente identificare i contenuti che sono stati generati dalla sua AI rispetto a quelli sviluppati dai professionisti SEO e questo potrebbe portare a una penalizzazione dei contenuti sviluppati dai SEO o addirittura alla rimozione di questi contenuti dai risultati di ricerca.
(Dopotutto OpenAi ha fatto quasi la stessa cosa con ChatGPT pubblicando uno strumento analogo ChatGPT Classifier).
L’arrivo di Google Bard ha scatenato preoccupazione tra i professionisti SEO.
Nonostante la promessa di aiutare le persone a sviluppare la loro conoscenza e creatività, Google Bard potrebbe rappresentare una minaccia per la professione SEO.
I professionisti SEO dovrebbero essere consapevoli dei possibili scenari che potrebbero verificarsi e prepararsi adeguatamente per evitare penalizzazioni o perdere il loro posizionamento nei risultati di ricerca di Google.
Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione e come le aziende e i professionisti SEO si adatteranno a questo nuovo panorama digitale in costante evoluzione.
Come consulente SEO a Napoli, Italia e occasionalmente che si occupa di progetti esteri posso affermare di essere particolarmente curioso riguardo gli sviluppi!
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