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Cos’è il Cloaking nelle pagine web?

Il cloaking è la tecnica SEO Black Hat capace di presentare agli utenti umani contenuti o URL diversi da quelli presentati ai motori di ricerca, in questo articolo parlo in modo specifico delle tecniche più utilizzate sul web.

Meme homer cloaking 1 cloaking, la tecnica seo black hat vietata da google seonapsi™ - consulente seo napoli e italia

L’occultamento può essere fatto con intento malevolo, ad esempio per ingannare i crawler dei motori di ricerca con l’intento di manipolarne il funzionamento e far apparire un sito nei risultati di ricerca più in alto di quanto meriti.

Il Cloaking può anche essere fatto in modo innocente, con l’intento di impedire ai siti di indicizzare contenuti che non vogliono.

In genere però occultando pagine, contenuti e url si crea un’esperienza disomogenea per gli utenti: questi vedranno una pagina mentre i motori di ricerca vedranno qualcosa di completamente diverso generando un disallineamento che i motori di ricerca possono individuare e penalizzare.

A Google il cloaking non piace e lo dice chiaramente, quel simpaticone di Matt Cutts ce lo spiega in questo video.

Quanti tipi di cloaking esistono?

Esistono diversi tipi di cloaking che possono manipolare e confondere i motori di ricerca e può avvenire a livello di protocollo, di applicazione e di dispositivo.
Il cloaking ha molti usi legittimi nella progettazione e nello sviluppo web, tuttavia viene anche utilizzato per scopi nefasti da spammer, phisher e truffatori che cercano di nascondere alcune informazioni agli utenti.

Cloaking aggressivo: questo tipo di cloaking ha lo scopo di ingannare i motori di ricerca nascondendo loro i contenuti.

Cloaking basato sull’User Agent

Lo scopo di un user-agent è quello di identificare in modo univoco il dispositivo client quando richiede risorse al server. L’user-agent può essere il browser o un robot, come ad esempio Googlebot, Bingbot e Yahoo! Una stringa di user-agent è composta da informazioni di identificazione, come il nome e la versione del sistema operativo e del browser, e talvolta informazioni sul produttore del dispositivo.

Il server può quindi decidere se servire o meno contenuti “cloaked” (contenuti non visibili nel browser, ma ai quali si può comunque accedere utilizzando determinati comandi) in base all’User Agent dal quale ha ricevuto nella richiesta.

Cloaking in base all’IP

Ogni utente che accede a un sito web ha un indirizzo IP. Questo indirizzo si basa sulla posizione dell’utente e sul provider di servizi Internet che utilizza.
Gli indirizzi IP possono identificare il Paese di provenienza di una persona, fino alla città o allo Stato.

È possibile istruire il server che ospita il sito per e che utilizza i record DNS inversi (in cPanel o Plesk) per determinare l’indirizzo IP dell’utente e reindirizzarlo alla pagina desiderata del sito Web impostando qualche regola nel file .htaccess.

Cloaking con javascript

Un altro modo per nascondere i contenuti è il rendering basato su JavaScript.

Questa tipologia di cloaking sfrutta la difficoltà dei motori di ricerca di interpretare il codice javascript.

È possibile utilizzare alcuni JavaScript per nascondere alcune sezioni del sito web.
Ad esempio, se avete una frequenza di rimbalzo molto alta (cioè gli utenti abbandonano il sito dopo aver visto una sola pagina), potete utilizzare alcuni JavaScript per rimuovere i link che indurrebbero gli utenti ad abbandonare il vostro sito per andare altrove.

Cloaking dell’Http_referer

Quando si naviga sul Web, si inviano richieste ai server per visualizzare le pagine Web.
A ogni richiesta viene assegnato un identificatore unico chiamato intestazione HTTP_REFERER.
L’intestazione HTTP_REFERER contiene l’URL della pagina che vi ha rimandato a quella che state visualizzando.

Con il metodo Cloaking HTTP_REFERER viene controllata l’intestazione HTTP_REFERER del richiedente e, in base a questa, viene fornita una versione nascosta o non nascosta del sito Web.

Ad esempio, se un utente naviga verso una pagina tramite Google, questa verrà bloccata perché Google non è presente nell’elenco dei referrer approvati.

Cloaking in base alla lingue con http Accept-language

I siti web vengono sempre più localizzati per regioni, paesi e così via. Tuttavia, ci sono ancora molte occasioni in cui un utente vuole leggere il sito web nella propria lingua ma il sito non la fornisce.

Questa tecnica riesce a manipolare il contenuto attraverso la modifica dell’intestazione HTTP Accept-Language inviata dal browser dell’utente.

Questa intestazione indica la lingua o le lingue preferite dall’utente ed è possibile quindi creare una versione del sito mirata agli utenti che parlano una lingua specifica.

Quindi quando un utente naviga sul sito con un’intestazione HTTP Accept-Language che contiene l’italiano, gli verrà mostrata la versione italiana del sito.
Quando invece l’utente naviga sul sito con un’intestazione HTTP Accept-Language che contiene l’inglese o qualsiasi altra lingua prima dell’italiano, gli verrà mostrata la versione inglese del sito.

Come si fa il cloaking, le tecniche più usate

Il cloaking SEO può essere attuato in diversi modi, ma l’idea di base è quella di creare un insieme di pagine o contenuti diversi ma tutto dipende dal livello di complessità che si è disposti a gestire.

Testo invisibile o nascosto

La tecnica più facile da implementare ma anche la più facile da scoprire.
Può essere fatto aggiungendo del testo dello stesso colore dello sfondo, in modo che non sia visibile all’occhio umano.

Questa tecnica può essere attuata intervenendo con semplicissime regole di CSS su praticamente qualunque elemento presente nel codice Html.

Siti Web basati su Adobe Flash

Il cloaking è stato implementato anche nei siti web in Flash, perché Flash non riproduceva l’HTML e quindi il cloaking con i tag HTML era impossibile.

Url cloaking o link cloaking

Spesso ci si imbatte in siti che riescono a cambiare il link nella barra di ricerca.
Questa tipologia di cloaking permette di fornire agli utenti url più user friendly o…meno.

Sappiamo bene ormai che le url non sono un fattore di posizionamento diretto, difatti questa tipologia di cloaking è più orientata a confendere (o migliorare) l’esperienza utente.

Sostituzione degli script Javascript

Con il Javascript è possibile mostrare a un utente non abilitato a JavaScript un contenuto che corrisponde alle informazioni testuali contenute in un elemento multimediale.

Questo metodo presenta alcuni svantaggi, tra cui il fatto che non funziona con i browser più vecchi (come Internet Explorer 6) e non funziona con gli screen reader o altri programmi di assistenza che consentono di accedere al codice grezzo di una pagina web.

Un’altra considerazione importante è che senza JavaScript, i link e i moduli potrebbero non funzionare più correttamente o del tutto, quindi è meglio utilizzarlo solo se si sa che gli utenti avranno accesso a un browser che supporta Javascript.

Linguaggi lato server

Anche PHP e ASP possono essere utilizzati per fare cloaking lato server.
Quando un sito web viene renderizzato da un server è facile nascondere le cose al motore di ricerca, poiché non sa cosa vede l’utente (a meno che non si utilizzi Google Chrome Frame, che consente il rendering lato client).

Se si esegue il rendering delle pagine sul lato server, è possibile bloccare facilmente alcune sezioni del sito web per impedirne la visualizzazione da parte dei motori di ricerca.

Penalizzazioni dei motori di ricerca per chi utilizza le tecniche black hat di cloaking

Le penalizzazioni dei motori di ricerca per chi utilizza tecniche black hat seo di cloaking sono spesso molto pesanti.

I motori di ricerca reagiscono con pesantissime penalizzazioni o addirittura disconoscimento del sito web (per esempio Google).

La motivazione è semplice, i motori di ricerca si sono evoluti e non sono degli stupidotti.

Squadre di ingegneri lavorano per identificare queste tipologie di tecniche seo black hat, l’obiettivo dei motori di ricerca è quello di fornire agli utenti le risposte migliori.

Quando è “lecito” usare il Cloaking?

Il SEO cloaking è utilizzato ad esempio dai siti che desiderano fornire un’esperienza migliore agli utenti con determinati browser rispetto a quelli con altri.

Ad esempio, un sito web potrebbe non voler visualizzare determinate opzioni di navigazione o pubblicità agli utenti di Internet Explorer perché IE non supporta le trasformazioni CSS 3D.
Poiché le trasformazioni CSS 3D sono supportate da tutti gli altri browser, tranne IE, è accettabile che il sito nasconda gli elementi a IE e li mostri solo agli altri browser.

In realtà esistono diversi episodi in cui i motori di ricerca, primo fra loro Google, non puniscono queste tecniche black hat ed anzi ci passano sopra… come se guardassero da un’altra parte.

Succede ad esempio su grandi siti come Amazon, eh si il più grande e-commerce al mondo ne fa uso senza subire le ire di mamma Google!

Conclusioni sulla tecnica di cloaking

Il cloaking è forse la tecnica più famosa tra quelle della black hat seo, molto usata in passato poichè grazie ad essa si riusciva ad inserire un gran numero di parole chiave nella pagine web ingannando i motori di ricerca e scalando rapidamente il posizionamento nelle SERP.

Non provateci nemmeno, oggi i motori di ricerca riescono ad individuare il kw stuffing molto efficacemente!

Ma detto tra noi… ne vale veramente la pena? Forse forse per qualche progetto mordi e fuggi si, sicuramente no per i progetti che intendiamo portare avanti nel tempo!

Lavoro come consulente SEO Napoli e in tutta Italia con tecniche white-hat SEO… solo posizionamento stabile per i miei clienti!

raoul gargiulo seo specialist seonapsi
Autore
Sono un consulente SEO a Napoli e lavoro in tutta Italia, cerco di salvare i poveri siti web abbandonati a loro stessi grazie alle mie armi segrete (Posizionamento SEO, kw research, Audit SEO, Sviluppo e qualche asso nella manica). Conosco Html, Php, Css, il kung fu, la ricetta della torta di mele e il mio animale totem è la papera (me lo ha detto il Grande Capo Indiano mentre fumava il kalumè della pace quindi ne sono abbastanza sicuro). Questo si chiama story telling e ti ha fatto leggere fino alla fine un testo che negli altri siti non leggeresti mai.

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